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L’intelligenza artificiale e il mercantilismo: un connubio nel nuovo ordine globale

Scritto dalla Redazione

Nel labirinto oscuro del progresso tecnologico, dove l’etica si dissolve come nebbia al sorgere del sole, l’intelligenza artificiale (IA) si erge come una divinità moderna, plasmando il destino dell’umanità con una freddezza algoritmica.

Ma dietro la sua apparente neutralità, si cela un disegno più insidioso: un nuovo mercantilismo digitale, dove il potere economico si concentra nelle mani di pochi, e il valore umano viene ridotto a mero dato di consumo.

Il mercantilismo, dottrina economica del XVI secolo, si fondava sull’accumulo di ricchezza attraverso il controllo statale del commercio e delle risorse. Oggi, questa filosofia riemerge in una veste tecnologica, con l’IA come strumento di dominio. Le grandi corporation tecnologiche – i nuovi sovrani del XXI secolo – utilizzano algoritmi per monopolizzare l’attenzione, i dati e, infine, il pensiero stesso degli individui.

Google, Amazon, Meta e altre entità digitali hanno creato imperi che rivaleggiano con gli stati nazionali in termini di influenza e ricchezza. Attraverso l’IA, queste aziende non solo ottimizzano i processi produttivi e commerciali, ma plasmano le preferenze, le opinioni e persino le emozioni degli utenti. Il risultato è un mercato globale dove il consumatore è sia il prodotto che il cliente, intrappolato in un ciclo infinito di consumo e sorveglianza.

In questo nuovo ordine, i dati sono la moneta di scambio più preziosa. Ogni click, ogni like, ogni ricerca viene catalogato, analizzato e venduto al miglior offerente. L’IA, con la sua capacità di processare quantità inimmaginabili di informazioni, trasforma la vita privata in un bene di consumo, erodendo i confini tra pubblico e privato.

Ma la distopia non si ferma qui. L’IA sta ridefinendo il concetto stesso di lavoro. Automazione e machine learning stanno sostituendo milioni di posti di lavoro, creando una classe di “disoccupati digitali” che faticano a trovare un ruolo in un’economia sempre più dominata dalle macchine. La promessa di una maggiore efficienza si traduce in disuguaglianza sociale, con una ristretta élite che beneficia della ricchezza generata dall’IA, mentre la maggioranza viene lasciata indietro.

L’aspetto più inquietante di questa nuova era è il controllo algoritmico. Le piattaforme digitali utilizzano l’IA per manipolare il comportamento umano, sfruttando le vulnerabilità psicologiche per massimizzare il profitto. I feed dei social media, le raccomandazioni di prodotti, persino le notizie che leggiamo sono tutti progettati per mantenerci incollati agli schermi, in uno stato di perenne distrazione.

Questa manipolazione non è limitata al consumo. L’IA viene utilizzata per influenzare le elezioni, polarizzare le società e diffondere disinformazione. Gli algoritmi, privi di etica e moralità, agiscono come agenti del caos, amplificando le divisioni e minando la democrazia.

Di fronte a questa ondata tecnologica, è essenziale chiedersi: possiamo resistere? Esiste ancora uno spazio per l’autonomia umana in un mondo dominato dalle macchine? La risposta, forse, risiede nella consapevolezza. Solo comprendendo i meccanismi dell’IA e del mercantilismo digitale possiamo iniziare a difendere la nostra libertà.

Dobbiamo esigere trasparenza dalle corporation tecnologiche, regolamentare l’uso dei dati e promuovere un’etica dell’IA che metta al centro il benessere umano. Allo stesso tempo, dobbiamo valorizzare le qualità che ci rendono unici: la creatività, l’empatia, la capacità di pensare criticamente. Sono queste le armi con cui possiamo contrastare il dominio algoritmico.

Il futuro che ci attende è incerto. L’IA e il mercantilismo digitale possono portare a un mondo di abbondanza e progresso, ma possono anche condurci verso una distopia in cui la libertà individuale è un ricordo del passato. La scelta è nostra.

In questo momento storico, siamo chiamati a decidere se vogliamo essere schiavi delle macchine o padroni del nostro destino. L’intelligenza artificiale è uno strumento potente, ma è solo uno strumento. Spetta a noi determinare come utilizzarlo, prima che sia troppo tardi.

In un mondo sempre più dominato dall’algoritmo, la vera rivoluzione potrebbe essere quella di riscoprire la nostra umanità.

Scritto dalla Redazione

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